Io sono....

 

Il mio nome è Annunziata Coppedé detta
Nunzia.

......Sono nata in una frazione di Tivoli, Villa
Adriana. La mia casa era vicina alla famosa e storica Villa, in un agglomerato
affollato da bambini e famiglie. Si conoscevano tutti e c'era un clima di amicizia
e di solidarietà. Noi abitavamo una casa piccola (almeno così me la ricordo) ma
fuori c'era tanto spazio per giocare. La mattina del 23 ottobre 1948 ho dato il
mio saluto alla vita. Non credo che la mia nascita abbia illuminato di gioia
chi mi stava aspettando.

Pesavo un chilo e ottocento grammi, il
mio corpicino era deformato, le gambe incrociate, le braccia sghembe, le mani
avevano i pollici piegati e aderenti al palmo, le altre dita stavano messe
storte e rigide. Nel complesso non sembravo piacevole: non ero attesa così.

Le mani della levatrice e di alcune
donne del vicinato mi portarono alla luce con facilità, e mi diedero a mia
madre, mio padre e a mia sorella Natalina. Superato il primo momento di rifiuto
e di panico i miei genitori cominciarono ad affrontare le difficoltà che questa
nuova vita provocava, ed incominciarono le lunghe corse per gli ospedali
Romani. Nomi famosi della medicina del momento sperimentarono sul mio corpo.

Con diciannove gessi cercarono di
costruirmi un aspetto fisico decente, ma con grande delusione di tutti ogni
volta succedeva niente di nuovo. Quando toglievano l'ingessatura le gambe e le
braccia riassumevano la solita posizione.
Provarono anche con due interventi chirurgici, ma risultarono inutili.
Tutto questo si svolse nei primi cinque anni della mia vita. Talvolta ho
provato a chiedere alla mia mamma notizie riguardanti quel periodo ma dentro i
suoi occhi leggevo disperazione e il rifiuto di parlarne.

Mia mamma racconta solo che quando ero
piccola ero una bambina molto tranquilla e che non piangevo mai...

 

 

 

Nulla su di Noi senza di Noi

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